Decima, tributo, imposta fondiaria. Voce italiana derivante dal lat. decima (pars) = decima parte.
Mucchio di dieci mannelli di lino. Dal lat. decuma (decina), greco deíkoma (quantità di 10).
“Setti dècumi di linu” (detto per prendere in giro chi si vantava di imprese ciclopiche). V. scippà.
Di traverso, obliquamente. Dal francese guenchir (camminare obliquamente).
Età (avanzata). Derivazione e significato particolare non presentano dubbi: è il lat. aetas (idem). Quanto alla consonante iniziale d, si può risalire all’espressione “di età” [avanzata] = attempato, senza trascurare il lat. id aetatis (di quell’età). Potrebbe anche trattarsi di un semplice rafforzamento iniziale a scopo conservativo.
Documento. Dal lat. documentum (modello, prova) tratto da docère (dimostrare, insegnare).
Destro; esposto a sud. Dal lat. dexter (destro, favorevole). Il contrario è mancinu (v.). Da notare la caduta della consonante r (come maistu, vuostu, rigistu o ligistu, mastu ecc.).
Svuotare. Dal lat. de-vacare (essere vuoto).
Livido. E’ la voce italiana adattata con noti cambi di vocali e con metatesi.
Legume (fava cavallina, secondo PLINIO). Dal greco dólichos (dolico).
Dolere, provare dolore. Dal lat. dolere (idem). (“Quanna è la cannilora, ogni prèviti si doli”).
D’ora in avanti, d’ora in poi. Alterazione dell’it. “d’ora innanzi”.
Titolo di rispetto. Dall’it. “donno” (signore), tratto dal lat. dominus (idem), con troncamento. In particolare donna designava la suocera (per influsso settentrionale: DI, 767) diventando, con i possessivi in posizione enclitica, dònnima (mia suocera), dònnita (tua suocera).
Donna autoritaria, severa. Dal lat. del Paternoster “da nobis hodie” (dacci oggi). Cfr. BECCARIA, p. 35.
Seppellire. Dal lat. adobrùere (coprire), con forma iterativa. Non sembra convincente il lat. adorbare (privare della luce) proposto da alcuni studiosi.