Dal francese antico chière derivante dal greco kára (faccia, aspetto). “A cera a suli” = col sole in faccia, esposto al sole.
Da “all’erta” (“erto” per “eretto”, “dritto”, “in posizione verticale”, dal lat. erigere = sollevare). “Caca-a-l’alierta” diventa sostantivo per indicare un incapace.
Tramontare; inclinare. Dal francese aboucher derivante dal provenzale abocar (far cadere in avanti, piegare).
“Mi accupa l’aria” = mi manca l’aria, mi è tolta l’aria; “mi accupa lu cori” = mi si blocca il battito del cuore, mi si opprime il cuore, si toglie al cuore la libertà di pulsare.
Tagliare, fare a pezzi. Dal francese hacher (tritare). Adacciaturu è lo strumento.
Dai verbi affenni, affendi (offendere): “Chi s’affendi è nu fitenti, e l’uffinsuru è cchiù fitenti ancora”.
Aggraziato, compìto. Dall’arabo galib (modello).
Sbadigliare. Dal lat. halare (esalare, spirare).
“Chi ala pocu vali: o siti o suonnu o fami, o l’incrisci di fatigà o l’amuri voli fà”.
Cosa da niente, quisquilia. Dal lat. alga (alga) con uso figurato (“cosa da niente”, “inezia”, “bazzecola”), con anaptissi.
Allentare. Dal lat. ad-laxare con analogo significato. Riferito al cielo coperto da nuvoloni temporaleschi, il verbo denota l’aprirsi di spiragli di sereno.
Alleggerire; digerire. Da “alleggerire” (francese antico legier dal lat. *legerius = lieve). Per il significato di “digerire”, si deve notare il passaggio da d a l studiato da ROHLFS (I, 153) (v. luttrina = dottrina). Molto diffuso l’uso metaforico (“sopportare”).
Intravedere, riuscire a scorgere. Dal lat. luscus (cieco da un occhio, guercio).
Caricare, addossare. Più che dal greco ana-bállo (metto addosso) sembra una derivazione dal longobardo mahr (cavallo).
Accettare acriticamente. “Imboccare” ha subìto adattamento e impiego metaforico: accogliere in bocca ogni cibo.
Avvolgere. Dal lat. advoliare (per advòlvere), con identico significato; uso specifico nella tessitura.
“Lu vuozzu a l’anginaglia”: nodulo frequente dei bambini in crescita.
Anno. L’anno scorso. Dal lat. anno (or è un anno, l’anno scorso), per anno superiore. “Annu muretti Pietru e quannu vi vinìa lu fietu” = l’anno scorso morì Pietro e quest’anno mi giungeva la puzza; a scoppio ritardato.
Debole, molle. Dal greco hapalós (tenero, molle).
Ragazza vivace, piena di brio, che infiamma e movimenta l’ambiente circostante. Forse incrocio di “ortica” con “ardere”. (Nel dialetto napoletano indica l’ortica di mare).
Dietro. Dal lat. retro (dietro). “Dà arretu” = trascurare, mettere all’ultimo posto.
Incontrare, imbattersi. Da “scontrare” (idem) derivato da “contro” preceduto da s derivativa, con a di appoggio.
Anche il sostantivo “assempro” (esempio) è abbastanza comune nella lingua del Duecento.
Adombrarsi, spaventarsi. Dal lat. ex-umbra (qualcosa che appare dall’ombra, improvvisa presenza).
Avvocato. Dal lat. advocatus (chiamato a difendere).
Togliere il filo del taglio a un arnese (coltello, scure, ecc.), ottundere. Dal longobardo zan (dente).